IL SOGNO DI PADRE KOLBE

Bologna 01/05/2017

La Milizia dell’Immacolata dell’Emilia Romagna il 1 maggio 2017 ha incontrato S.E. mons. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, nell’ambito del Convegno annuale, che chiude l’anno associativo. La presenza dell’arcivescovo è stata occasione preziosa per solennizzare il centenario della fondazione della Milizia (1917-2017).

Durante il momento di preghiera iniziale, svolto nel salone san Francesco, si è voluto commentare con una processione di lumini la frase del mandato: “Quando il fuoco dell’amore si accende – scrive san Massimiliano Maria Kolbe – non può trovare posto nei limiti del cuore, ma divampa al di fuori e incendia, divora, assorbe altri cuori. Conquista anime sempre più numerose al proprio ideale, all’Immacolata. La Milizia dell’Immacolata pone l’accento su questo amore, che si spinge  fino a conquistare i cuori di tutti coloro che vivono al presente e che vivranno in avvenire, e ciò al più presto possibile, al più presto possibile, al più presto possibile” (SK 1325).

Dopo un saluto di benvenuto, rivolto dal padre Leopoldo Fior, guardiano del convento, il vescovo si è soffermato sull’esperienza straordinaria di san Massimiliano, il martire di Auschwitz, e in particolare sulla fondazione della Milizia dell’Immacolata, avvenuta il 16 ottobre 1917  a Roma.

“State celebrando – ha affermato il relatore –  un Giubileo che ci offre una rivisitazione di quello che siamo. Il fatto che fosse il 1917 non lo dobbiamo dimenticare. Il 1917 ci ricorda la prima guerra mondiale, la rivoluzione della Russia, le apparizioni della Vergine a Fatima, ecc. Credo che il 1917 sia stato l’anno più terribile della guerra. Ricordare è immaginare quella tempesta di morte, tempesta di disumanità, di enfasi, di populismi.

In quel momento, durante la guerra, padre Kolbe con altri sei compagni, inizia la Milizia dell’Immacolata, il suo sogno, e chiede anche a noi di sognare. A Roma nel collegio internazionale dell’Ordine dei frati Minori Conventuali c’è un gruppo di studenti che reagiscono a tanta violenza con la preghiera e l’amore,  sperando contro ogni speranza.

Padre Kolbe non è stato uno spettatore, si è messo in gioco e ha cominciato a mettere insieme delle persone che, al contrario di vedere soltanto il peccato per cui l’uomo uccide suo fratello, cerca di vedere l’Immacolata e con lei guardare l’uomo  che non è fatto per ammazzare suo fratello, ma per essere immagine di Dio. Con l’Immacolata mai rassegnarci al male. Con l’Immacolata c’è il saper vedere il male non per cogliere la pagliuzza nell’occhio del fratello, ma saper vedere l’uomo, il mondo con gli occhi della Madre, combattendo con l’unica forza capace di vincere il male, che è l’amore.

La Milizia è lotta! Col male non serve fare un po’ di volontariato. “Morte e vita – narra la sequenza pasquale – si sono affrontate in un prodigioso duello”. In questo senso siamo davvero una milizia dell’Immacolata. L’unica guerra che dobbiamo fare è contro il male. Con l’Immacolata sappiamo distinguere il peccato dal peccatore e combattere  il peccato. Il milite deve avere il coraggio per certe scelte, il coraggio dell’amore.

Milizia indica in secondo luogo l’essere insieme. La forza del cristiano è la forza della comunità, dell’aiutarsi vicendevolmente. Da soli si è più deboli e l’intuizione di padre Kolbe è la fraternità, che aiuta a combattere il male. A combattere il peccato e non il peccatore. Perchè ci sia vita in questa Milizia ci dobbiamo impegnare.

E’ stato ricordato dal vostro assistente padre Luigi Faccenda (+2005), grande apostolo mariano della nostra regione. Io non l’ho conosciuto., ma so quanto ha saputo coinvolgere. Ha saputo appassionare tanti al mistero di Maria Immacolata, nostra madre. Voi siete un dono con una storia così bella, così lunga, così ricca di esempi e di testimonianze. Credo che quello che abbiamo ricevuto perché resti, dobbiamo donarlo. Tutto. Tutto. Qualunque cosa della nostra vita resta se la doniamo.

Vi auguro perciò – ha concluso l’arcivescovo – di vivere questo dono e questa missione. In un momento in cui si parla di “terza guerra mondiale  a pezzi”, in un momento in cui c’è tanta cattiveria non possiamo rassegnarci al male. Dobbiamo invece pensare con padre Kolbe: “Cosa posso fare io?” e con l’Immacolata dire: “Eccomi, sono la serva del Signore”

Il relatore ha poi affrontato il tema: Maria e L’Eucaristia, commentando il numero 33 dell’enciclica “Sacramentum caritatis” di Papa Benedetto XVI.

La Vergine Maria è la donna di fede “che, piena di fiducia, si mette nelle mani di Dio, abbandonandosi alla sua volontà. Dall’annunciazione alla Pentecoste, Maria di Nazareth appare come la persona la cui libertà è totalmente disponibile alla volontà di Dio. La sua Immacolata Concezione si rivela propriamente nella docilità incondizionata alla Parola divina”.

La Vergine Maria è la donna dell’ascolto. “Ella vive in piena sintonia con la volontà divina, serba nel suo cuore le parole che le vengono da Dio e, componendole come in un mosaico, impara a comprenderle più a fondo (Cf. Lc 2,19.51). […] Tale mistero si intensifica fino ad arrivare al pieno coinvolgimento nella missione redentrice di Gesù”.

La Vergine Maria è la donna di comunione e di condivisione.  “Come ha affermato il Concilio Vaticano II, la beata Vergine avanzò nella peregrinazione  della fede e serbò fedelmente la sua unione con il Figlio sino alla croce, dove, non senza un disegno divino, se ne stette (Cf. Gv 19,25) soffrendo profondamente col suo Unigenito e associandosi con animo materno al sacrificio di Lui, amorosamente consenziente all’immolazione della vittima da Lei generata; e finalmente, dallo stesso Gesù morente in croce fu data quale madre al discepolo con queste parole: Donna ecco tuo figlio”(Gv 19,26).

Per questo “Maria di Nazareth, icona della Chiesa nascente, è modello di come ciascuno di noi è chiamato ad accogliere il dono che Gesù fa di se stesso nell’Eucaristia”(SC 33).

Nella Basilica di san Francesco S.E. mons Matteo Maria Zuppi alle ore 12,00 presiedeva la celebrazione eucaristica  in onore di san Giuseppe Lavoratore e a conclusione della celebrazione imponeva la Medaglia Miracolosa a sedici militi che si erano consacrati all’Immacolata.

La bella e partecipata festa del convegno annuale è continuata nel pomeriggio con la recita del santo Rosario e con una commovente “Lettura scenica”, presentata dagli attori Alessandro Pilloni e Lucia Zagni, dal titolo: “Inno a Maria”.  La giornata si è conclusa tra la soddisfazione di tutti i partecipanti, con molteplici suggerimenti per la seconda parte del centenario, e con l’apprezzamento sincero della parola, detta con tanta simpatia da parte dell’arcivescovo di Bologna.

La Milizia dell’Immacolata, che in Emilia Romagna ha conosciuto tempi aurei per l’infaticabile apostolato di Padre Luigi Faccenda, OFM Conv., continua a vivere e diffondere la spiritualità mariano-kolbiana, non solo attraverso l’apostolato diretto dei Gruppi M.I. della regione, ma anche utilizzando i mass-media e la diffusione della conoscenza della Medaglia Miracolosa, come mezzo di affidamento all’Immacolata.

Alla luce degli Scritti di san Massimiliano  e del suo carisma, la Milizia si impegna a fare propria la stessa missione dell’Immacolata, ricercando la conversione e la santificazione di tutti gli uomini, sull’esempio e con il sostegno della stessa.

Padre Maria Peruzzo (Assistente regionale)
Milizia dell’Immacolata della Emilia Romagna
 
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