Padre Luigi Faccenda

Il 9 ottobre 2005 padre Luigi M. Faccenda, OFM Conv., dopo un lungo periodo di sofferenza fisica, moriva presso la Casa dell’Immacolata di Borgonuovo di Pontecchio Marconi (BO).   Era nato il 24 agosto 1920 nella frazione di Valle, comune di S. Benedetto Val di Sambro (BO), non lontano dal santuario della Madonna delle Grazie di Boccadirio, per la quale egli ha nutrito un’intensa devozione sin da ragazzo. La sua formazione religiosa e sacerdotale si è svolta nel seminario di Faenza, accanto al santuario della “Concezione”, ad eccezione dell’anno di noviziato, trascorso in Assisi. In quegli anni – sotto la paterna guida del padre Rettore, fra  Giovanni M. Gamberi – il giovane Luigi ha compiuto  una progressiva scoperta di padre Massimiliano e del movimento della Milizia dell’Immacolata, che l’avrebbe impegnato per tutta la vita.  Fu ordinato sacerdote a Faenza il 18 maggio 1944 fra drammatici bombardamenti sulla cittadina romagnola. Subito egli chiese al suo Ministro Provinciale di partire missionario. La sua richiesta per la  sua salute cagionevole non fu accettata. Nel 1945 fu nominato presso il convento di san Francesco di Bologna assistente regionale della Milizia dell’Immacolata, che dopo la guerra muoveva i primi passi. Rimase assistente regionale fino al 1979, lasciando al suo successore, P. Antonio Zanotti, un movimento vivace e ben radicato in tutta la Regione  con i suoi appuntamenti , ormai diventati  tradizionali: inizio anno associativo nella seconda domenica del mese di ottobre, i pomeriggi mariani mensili, i vari convegni per categoria e quindi assemblea conclusiva in maggio; durante l’estate veniva proposta l’esperienza degli esercizi spirituali.

Dopo la guerra con carattere indomito padre Luigi si è dedicato subito a riportare le masse alla fede, nel nome di Maria Immacolata. Avvertiva acuta l’esigenza  di un’evangelizzazione fuori dalle Chiese e sacrestie, con forme e mezzi rinnovati, secondo lo spirito di san Massimiliano.

In quegli anni ha iniziato  anche la sua opera come scrittore popolare molto apprezzato per la chiarezza, semplicità e forza spirituale del pensiero. Si possono  contare più di cinquanta titoli di libri pubblicati e per questa sua feconda azione culturale nel 1995 ha ricevuto la laurea “honoris causa” in Sacra Teologia dalla Facoltà pontificia san Bonaventura.

Nel 1956, come collegamento fra i  numerosi gruppi M. I. esistenti fondò anche una Rivista mensile dal titolo “Milizia Mariana”, che dal gennaio 2016 ha cambiato l’intestazione in : “Missione Maria”. In tutta la sua molteplice azione padre Luigi si è impegnato in un apostolato mariano, dove non sono mancate la sua parola ispirata e la sua proposta di consacrarsi all’Immacolata. Egli si è impegnato per un umanesimo integrale, amando profondamente ogni uomo, specie i giovani, che seguiva con la direzione spirituale anche per corrispondenza, prodigandosi per la promozione della donna e per la difesa della famiglia cristiana.

Luigi M. Faccenda ci ha lasciato una grande eredità da vivere personalmente con la consacrazione all’Immacolata e da irradiare nel mondo intero alla conquista di tutti i cuori al Cuore Sacratissimo di Gesù Cristo. Il  solco da lui tracciato ora viene proseguito dal Centro Regionale M.I. e dall’Istituto delle Missionarie-P. Kolbe, da lui fondato nel 1954. Poi si sono aggiunti altri due frutti preziosi, scaturiti dal medesimo carisma mariano-missionario: nel 1988 i Volontari dell’Immacolata-P. Kolbe e in Brasile nel 1996 i Missionari dell’Immacolata , con la collaborazione di padre Sebastiano Quaglio.
Una sua confessione offre uno spaccato del cammino da lui fatto in anni  e anni di vita sacerdotale e apostolica: “Anch’io credo di avere incontrato Padre Kolbe; e mi sono dilungato in colloqui intimi e profondi con il suo spirito beato, studiando, meditando e contemplando gli episodi più salienti della sua vita; gli ambienti, le esperienze, le persone e il momento storico in cui si è trovato a vivere i suoi quarantasette anni. Ho così compreso che l’eredità spirituale di san Massimiliano Kolbe è un’eredità senza confini”. La consacrazione totale all’Immacolata con intenti apostolici, che egli viveva e promuoveva, è e deve essere una vera spiritualità, da vivere e diffondere.