SCHEDE INCONTRI MENSILI

APRILE 2021

Perché la gioia del risorto riempia il nostro cuore e ci renda degni di trasmettere il suo amore.
“Abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annunzio ai suoi discepoli” (Mt 28,8)
Cristo è venuto per amore, ha affrontato il cammino umano, ha sperimentato passo dopo passo la nostra maniera di essere. Lui ha provato nella sua carne tutti i momenti della nostra esistenza. Lui ha voluto realmente farsi uomo come noi e nella durata di questo itinerario umano ci ha lasciato questa maniera di vivere l’amore, fino al punto in cui ha lasciato per noi, come eredità, la sua propria condotta, la sua maniera di vivere: “amatevi gli uni gli altri come Io vi ho amato” (Jo 15,12). La croce è stata la parola pronunciata a voce più alta di questo amore e ha vinto la tortura della croce e la propria morte, la grande rivale dell’uomo.

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MARZO 2021

Che la Quaresima sia tempo favorevole alla trasformazione secondo i criteri dell’amore e della solidarietà come ci insegna San Massimiliano: “Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto” (Rm 12, 2)..

La Quaresima è un periodo privilegiato e molto importante nel ciclo liturgico. Dobbiamo confrontarci con Cristo, inserendo la nostra dinamica esistenziale in sintonia con la Sua vita per mezzo di una preghiera più intensa e più significativa nella nostra vita. La preghiera deve diventare un vero e proprio dialogo con Dio e portarci ad una profonda riflessione sulla nostra realtà di figli e fratelli.
L’elemosina proposta nella Quaresima è un gesto permanente di solidarietà, ricordando che siamo fratelli e facciamo parte del corpo di Cristo. Dobbiamo percepire continuamente la presenza di Cristo nel fratello. Questa presenza di Cristo esige una risposta nostra di dedizione, di offerta, di amore. La Quaresima ci porta, in Cristo, a vivere la solidarietà, riconoscendo l’importanza della nostra missione di essere perfetti come il Padre. Che in questa Quaresima possiamo essere solidali con tutti, vivere in profondità la presenza di Gesù e dell’Immacolata come San Massimiliano ha saputo fare.
Che per mezzo del sacrificio penitenziale proposto nella Quaresima, possiamo ricordare la necessità di allenare la nostra vita diventando sempre più agili nei confronti delle esigenze dell’amore. Essere misericordioso come Dio vuol dire: vivere la misericordia, che consiste nel percepire che il fratello fa parte della nostra vita.

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FEBBRAIO 2021

Che Padre Kolbe ci ispiri i suoi stessi atteggiamenti solidali di accogliere gli infermi ed animare gli afflitti presentando a tutti Gesù come fonte della vita e della consolazione.

“Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina” (At 3,6)

Il Vangelo sempre ci sfida con l’esigenza di amare come Gesù ci ha amato. L’amore a Gesù si manifesta concretamente guardando il fratello, perché Gesù è presente in esso. In ogni fratello possiamo vedere Gesù ed è esattamente in queste condizioni che Gesù ha bisogno di essere accolto, amato, sostenuto.
Durante l’occupazione tedesca in Polonia, anche la Città dell’Immacolata ha sofferto trasformazioni drastiche. Non poteva continuare il lavoro delle pubblicazioni perché, oltre al divieto nazista, le macchine migliori furono una parte confiscate, un’altra parte distrutte, rimanendo soltanto i macchinari antichi.
Padre Kolbe, quando rientra dalla prima prigionia, proprio l’8 dicembre del 1940, pur essendo debole e malnutrito, non si è impaurito davanti alle rovine che ha incontrato. Invece di lamentarsi, si è messo subito al servizio: ha sistemato Niepokalanòw in maniera funzionale con i fratelli che restavano.
Così, sono riusciti a mantenere il convento e aiutare gli abitanti della zona.

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GENNAIO 2021

Che possiamo accogliere il messaggio del Martire di Auschwitz per essere anche noi luce nelle tenebre di questo mondo ammirabile e bisognoso di speranza.
“Voi siete il sale della terra” (Mt 5, 13)
Le persone si aggirano da un angolo all’altro desiderando novità in questo mondo ricco in tecnologia. Ma niente è in grado di soddisfare il desiderio di felicità dell’uomo. Soltanto Gesù può dare sapore alla vita, può illuminare, riscaldare e offrire senso alla nostra realtà di figli di Dio.
In questo brano del Vangelo, Gesù parla nel tempo verbale del presente: “voi siete”. Colui che dà sapore alla vita, qui e adesso, è lieto perché vive con più intensità e può contagiare gli altri con la testimonianza. Sappiamo che Gesù è la luce, ma è Lui che afferma per me e per te: “voi siete la luce del mondo” (Mt, 5 17). La luce è vita e niente la sostituisce. Dobbiamo, illuminati da Gesù, essere anche illuminatori per portare conforto alle anime e indicare il camino di Gesù a tutti.
San Massimiliano Kolbe è molto conosciuto perché ha offerto la vita per morire al posto di un prigioniero che piangeva per la famiglia nel campo di concentramento di Auschwitz. Questo gesto ha illuminato l’oscurità che imperava nel campo e ha portato speranza ai cuori. Il gesto di Kolbe non à stato un atto improvvisato, ma è stata la conseguenza di una vita offerta a Cristo, per la Chiesa e per i fratelli.

Tutta la vita di San Massimiliano è trascorsa nella generosità e nell’altruismo. Diversi avvenimenti hanno contribuito per questa offerta di vita, ad esempio: la formazione religiosa francescana; l’amore all’Immacolata che ha ricevuto molto presto come eredità familiare; le attività missionarie; e, senza dubbio, la vita di preghiera. Possiamo affermare che la vita di Kolbe sia stata guidata dall’amore: l’amore a Dio, all’Immacolata e alla vita spirituale dell’umanità. Lui ha fatto vedere che solo Gesù ha il potere di riparare la vita e offrire gioia e speranza.

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DICEMBRE 2020

“Non morì, ma diede la vita …”

14 agosto 2020-2021: 80° del martirio di Massimiliano Kolbe

“Andarono dunque senz’indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia” (Lc 2,16).
Questo è il passo del Vangelo secondo Luca, da cui prende avvio la meditazione proposta per il mese di dicembre, che ci introduce nel mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio.
Penso che sia opportuno collocare questo versetto nel testo evangelico da cui è tratto: l’annuncio della nascita di Gesù ai pastori (Lc 2,1-20). Questa è la 3a annunciazione dopo quella a Zaccaria e a Maria.
Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio (cfr. vv. 4,5,7).
“C’erano in quella regione alcuni pastori” (v. 8).
Chi sono i pastori? Uomini che appartengono a una categoria sociale inferiore. Abituati a vivere con le bestie; sono gli ultimi a cui si può affidare un messaggio religioso. Per i rabbini i pastori sono delle persone impure e peccatrici, per il cristianesimo sono i primi missionari che hanno ricevuto e accolto l’annuncio e a loro volta raccontano.
“Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce; essi furono presi da grande paura; ma l’angelo disse loro: “Non temete, perché, ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo”(vv. 9-10).
“Vi annuncio una grande gioia”. Si passa così dalla grande paura per la visione alla grande gioia per l’annuncio. Qual è la grande gioia? La nascita di Gesù. Dio si fa uomo per amore.
L’amore lo spinge a vivere in mezzo agli uomini. Annuncio inaudito! Quel Dio che Israele chiamava “Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe”, “Dio dei padri”. Si tratta di un Dio di cui altri hanno fatto esperienza personale, un Dio creduto, amato da altri… ora diventa il Dio con noi.
Un Dio da accogliere e da donare.
Oggi, come più di 2000 anni fa, l’annuncio di Gesù dev’essere un eu-anghelion, una notizia di grande gioia, “che sarà di tutto il popolo”. La salvezza è destinata a tutti, iniziando dai poveri, dagli scartati dalla vita, da quelli che hanno il cuore aperto. Nessuno escluso.

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NOVEMBRE 2020

“Non morì, ma diede la vita …”
14 agosto 2020-2021: 80° del martirio di Massimiliano Kolbe
Iniziamo questo mese di novembre ed un nuovo Anno associativo nel ricordo e nel segno di Tutti i Santi.
La celebrazione di tale solennità fa risaltare la gioia di riunire in un’unica festa i meriti e la gloria di tanti nostri fratelli (cfr. orazione di Colletta, nella messa di Tutti i Santi – 1 novembre), che la Chiesa confessa già illuminati e ricolmati dalla presenza di Dio, e che superano infinitamente il numero di quelli già beatificati o canonizzati, che noi veneriamo ed invochiamo nel pellegrinaggio della fede.
Al contempo, “celebrare i Santi” ci fa guardare alla santità che lo Spirito riversa dappertutto nel santo popolo fedele di Dio, quella che Papa Francesco ha chiamato la santità “della porta accanto”, di quelli che vivono vicino a noi e sono un riflesso della presenza di Dio. È “la classe media della santità”, che attraverso i segni e i membri più umili ci stimola ad accogliere la chiamata che il Signore rivolge a ciascuno di noi: lasciare che la grazia del Battesimo fruttifichi in un cammino di santità. Una santità – questa – che andrà crescendo mediante piccoli gesti, giorno per giorno, sotto l’impulso della grazia divina, fondata su di un’unica e solida certezza: è possibile amare con l’amore incondizionato del Signore perché il Risorto condivide la sua vita potente con le nostre fragili vite. (cfr. Gaudete et exsultate. Esortazione apostolica sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo, nn. 6-18, di Papa Francesco – 19.03.2018)..

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OTTOBRE 2020

Carissimi, iniziamo questa “nostra scheda” e un nuovo Anno associativo con le medesime, trepidanti domande che ci ponevamo il mese scorso – “Sarà possibile riprendere ad incontrarci nei
Gruppi locali, a livello regionale?” – e insieme con la convinzione ed esigenza di “ripartire”: desiderio e necessità personale, interiore certamente, ma anche comune, ecclesiale, di Popolo in cammino.
Nell’incontro con presidenti e referenti M.I. in Regione è emerso proprio il “bisogno”, umano e spirituale, di ricominciare ritrovandoci insieme fisicamente, per camminare e crescere come unico corpo animato dallo stesso Spirito. Perciò abbiamo voluto mantenere l’appuntamento della “giornata d’inizio Anno” – pur con le limitazioni e condizioni del tempo presente – come momento aggregativo e significativo per la vita di ciascuno e di tutti.
Compiamo questo passo, facendoci guidare da due parole che i nostri Vescovi, alla ripresa delle Messe e delle attività pastorali, hanno indicato a tutte le Comunità: prudenza e speranza, concentrandoci sulle cose essenziali e scegliendo ciò che è necessario da ciò non lo è.
Ci ritroveremo dunque in S. Francesco di Bologna nella mattinata di domenica 25 ottobre per vivere questa tappa iniziale dell’itinerario che intendiamo realizzare a livello regionale, secondo le possibilità reali e concrete che la Provvidenza divina ci offre. In quell’occasione, nell’Eucaristia che celebreremo alle ore 12, potremo anche rinnovare o esprimere per la prima volta l’atto di totale affidamento all’Immacolata nello spirito di S. Massimiliano. Ci incamminiamo così nel percorso che la M.I. tutta, nazionale e internazionale, è chiamata a compiere in questo anno di memoria dell’80° dell’olocausto di p. Kolbe: “Non morì, ma diede la vita”. Passiamo in tal modo dalla riscoperta del carisma kolbiano, come splendida via di santità – tema che ci ha guidato nell’anno trascorso e che qui concludiamo con riferimento all’ultima delle Beatitudini – alla manifestazione del suo frutto più maturo e sublime: il martirio della carità.
Ci affidiamo alla protezione e intercessione della B.V. Maria, Regina del rosario, con tutti i nostri Santi, specialmente Francesco d’Assisi Teresina di Lisieux, Massimiliano Maria, così cari e vicini a noi, in questo “ottobre mariano e missionario”.

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SETTEMBRE 2020

Carissimi, sul finire di questa “pausa estiva” – che pur consueta, è stata così anomala a causa della pandemia ancora in atto – ci ritroviamo al familiare appuntamento soltanto virtuale con la scheda mensile… E il nostro ritrovo, a tutt’oggi, è ancora contrassegnato da molta incertezza: tanto riguardo alla situazione socio-sanitaria in cui ci muoviamo e viviamo, quanto alle prospettive e possibilità di ripresa e programmazione di un cammino comunitario dei nostri incontri.
Quando potremo vederci e stare insieme in presenza, anche a livello regionale…? Dove e come questo sarà possibile…? E forse l’interrogativo preliminare è: “Sarà possibile in un futuro prossimo tutto ciò?” (normalmente l’inizio comune del percorso M.I. in Regione era fissato per la II Domenica di ottobre a Bologna)…
Al momento non siamo in grado di rispondere a tali domande, anche per una situazione di “stallo/sospensione” a livello di animazione-servizio associativo regionale, che perdura dal dicembre scorso…

Sarà necessario perciò – da parte di tutti e di ciascuno – fare riferimento ed attingere a quella riserva di fede e speranza cui ci invita il Vangelo nella parabola delle dieci vergini (dove si dice che le vergini sagge presero dell’olio di scorta in piccoli vasi per le loro lampade: cfr. Mt 25,1-13): è l’olio della Grazia, della fiducia nella presenza e nell’opera dello Spirito Santo, che illumina e accompagna il nostro cammino; lasciamoci ispirare e condurre dalla Sua azione, lasciamo che sia Lui a suggerire e sostenere i nostri passi, personali e di gruppo, con tanta e santa pazienza… E questo credere e sperare, fidarci e affidarci, facciamolo uniti – non solo individualmente – guardando alla Vergine Maria, sposa dello Spirito Santo, come i discepoli della prima ora, che << erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme a Maria, la madre di Gesù >> (cfr. At 1,14).
Nel mese appena iniziato, abbiamo belle e importanti celebrazioni che ricordano e riassumono la vita e la figura della Madre di Dio e nostra, cui fare costante riferimento nella peregrinazione della fede: la sua Natività (8 settembre), il suo santissimo Nome (12 settembre), il mistero di una spada che trafigge la sua anima, dell’Addolorata (15 settembre).
Lasciamoci condurre attraverso l’Immacolata, e allora faremo tantissimo bene, pur nelle condizioni e limitazioni in cui la realtà di questo tempo ci pone ed impone, secondo la misteriosa Provvidenza Divina.

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AGOSTO 2020

Carissimi, ritorna nuovamente il nostro appuntamento mensile in questo tempo normalmente di vacanza… che quest’anno però assume tinte e contorni molto diversi dal solito, perchè ancora segnato dalla pandemia che continua a gravare su tante nazioni e vite nel mondo.
E proprio in questo mese di agosto abbiamo segni di una “diversità altra”, che proviene dal cielo e viene in soccorso alle nostre anime stanche ed oppresse; li accenniamo soltanto e brevemente: – il giorno 14 facciamo memoria di s. Massimiliano M Kolbe, martire della carità, che ha dato la vita nel campo di concentramento di Auschwitz, testimonianza suprema dell’amore più grande. Con Padre Kolbe non vogliamo dimenticare un’altra testimone d’eccezione in quel luogo di morte e disperazione: Edith Stein, divenuta monaca carmelitana col nome di Teresa Benedetta della Croce, deportata nel campo di sterminio di Birkenau, dove il 9 agosto moriva nella camera a gas.
S. Giovanni Paolo II l’ha dichiarata compatrona d’Europa; – il 15 celebriamo la solennità dell’Assunzione di Maria nella gloria dei cieli, meta ultima del nostro pellegrinaggio terreno e segno per noi di consolazione e sicura speranza. Traspare un filo d’oro – nel riferimento mariano – che attraversa e unisce le vite di questi due grandi Santi di Auschwitz, come nella vita di ogni santo e cristiano che voglia farsi discepolo del Maestro, Gesù, il martire dell’amore misericordioso del Padre.
Siano per noi occasione di riflessione e preghiera, di affidamento e comunione nel cammino di condivisione della medesima fede e del medesimo amore.

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LUGLIO 2020

Carissimi, eccoci al nostro appuntamento mensile, che ci tiene legati fra noi ed alla nostra via di santità, vissuta e tracciata da s. Massimiliano M. Kolbe secondo il carisma che lo Spirito ha suscitato in lui come dono per tutta la Chiesa. C’è una felice e significativa coincidenza in questa tappa, che può illuminare e guidare i nostri passi: il 16 luglio ricorre la memoria della B.V.

del Monte Carmelo, così cara alla pietà del Popolo cristiano; un richiamo ed invito a “salire la santa montagna” dell’unione mistica con Cristo, ricercandola soprattutto nell’intimità della preghiera. Lo stesso p. Kolbe aveva intrecciato un provvidenziale legame con la spiritualità del Carmelo, particolarmente attraverso l’esperienza e la figura di s. Teresina di Gesù Bambino: un accordo speciale che egli chiama: “le mie <<macchinazioni>> con lei” (cfr. SK 1263);

così prosegue in quello scritto: “ancora prima della sua beatificazione e canonizzazione, dopo di aver letto una sua breve biografia le avevo detto: <<Io mi impegno a fare in ogni s. Messa un “memento” (ricordo nella preghiera) per la tua beatificazione e canonizzazione, mentre tu avrai cura della mia missione>>. E continua: “Da dove le viene una tale <<competenza>> nelle faccende missionarie? Ha svolto ella, forse, durante la vita un apostolato missionario in molti paesi pagani? Ha versato ella, forse, il sangue come martire? Nulla di tutto questo. Anzi, non ha mai oltrepassato neppure la soglia del suo monastero di Lisieux, in Francia. Inoltre, nel corso della sua vita, non ha operato miracoli, ma si è fatta santa in modo tanto sublime nella ordinaria e grigia vita quotidiana. Ciò che vale, infatti, non è quello che facciamo, ma il modo, l’intenzione e l’amore con cui lo realizziamo.

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GIUGNO 2020

Carissimi, terminato il nostro percorso associativo annuale con la giornata e la consacrazione del 31 maggio (pur senza poterci incontrare di persona), vogliamo continuare a tenere vivo ed aperto il contatto spirituale… specie nei mesi estivi, solitamente più dispersivi e maggiormente ora in questa fase di lenta e incerta ripartenza. Lo facciamo dunque mantenendo il collegamento della scheda regionale, riprendendo il filo dell’esortazione di papa Francesco sulla santità ed il consueto commento all’intenzione mensile di preghiera M.I. Restiamo uniti allora nel comune cammino del discepolato, raccolti e accompagnati da Maria, madre del Signore e nostra.

 ALLA LUCE DEL MAESTRO

“Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati”

“Fame e sete” sono esperienze molto intense, perché rispondono a bisogni primari e sono legate all’istinto di sopravvivenza. Ci sono persone che con tale intensità aspirano alla giustizia e la cercano con un desiderio molto forte. Gesù dice che costoro saranno saziati, giacché presto o tardi la giustizia arriva, e noi possiamo collaborare perché sia possibile, anche se non sempre vediamo i risultati di questo impegno.

Ma la giustizia che propone Gesù non è come quella che cerca il mondo, molte volte macchiata da interessi meschini, manipolata da un lato o dall’altro. La realtà ci mostra quanto sia facile entrare nelle combriccole della corruzione, far parte di quella politica quotidiana del “do perchè mi diano”, in cui tutto è commercio. E quanta gente soffre per le ingiustizie, quanti restano ad osservare impotenti come gli altri si danno il cambio a spartirsi la torta della vita. Alcuni rinunciano a lottare per la vera giustizia e scelgono di salire sul carro del vincitore. Questo non ha nulla a che vedere con la fame e la sete di giustizia che Gesù elogia. Tale giustizia incomincia a realizzarsi nella vita di ciascuno quando si è giusti nelle proprie decisioni, e si esprime poi nel cercare la giustizia per i poveri e i deboli. Certo la parola “giustizia” può essere sinonimo di fedeltà alla volontà di Dio con tutta la nostra vita, ma se le diamo un senso molto generale dimentichiamo che si manifesta specialmente nella giustizia con gli indifesi: “Cercate la giustizia, soccorrete l’oppresso, rendete giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova” (Is. 1,17).

Cercare la giustizia con fame e sete, questo è santità.

Gaudete ed exsultate n. 77-79

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MAGGIO 2020

Carissimi, eccoci al nostro appuntamento della “scheda regionale” nel mese di maggio, ultimo tappa dell’itinerario che ci vede coinvolti come Gruppi M.I. oltre che come singoli militi.

Abbiamo iniziato questo mese dedicato alla Vergine Maria con l’affidamento a Lei di tutta l’Italia, unendoci spiritualmente al nostro Popolo e ai suoi Pastori nella preghiera celebrata al Santuario di Caravaggio.

Noi, come Milizia dell’Immacolata dell’Emilia-Romagna, ci siamo dati un altro appuntamento significativo per concludere il nostro anno associativo e formativo proprio al termine del mese ariano che stiamo vivendo: il 31, festa della Visitazione di Maria e Domenica di Pentecoste, ci “ritroveremo” nuovamente – sempre in comunione spirituale – per rinnovare la nostra consacrazione all’Immacolata; lo faremo personalmente lì dove ci troviamo, scegliendo il momento che preferiamo nella giornata, magari collegandoci con altri fratelli o sorelle secondo le possibilità, con la formula e la preghiera che conosciamo e riteniamo più adatta: sarà il modo migliore di chiudere la fase attuale così disorientante, continuando il cammino di fede con Maria, in attesa di poterci rivedere insieme e di persona.

Vi raggiungeremo ancora – prima di quella data – con qualche riflessione e strumento che ci aiuti a preparare e vivere bene l’affidamento alla Madre di Dio e nostra. Intanto ci soffermiamo ancora sugli ultimi passi del percorso che ci ha accompagnato a riscoprire la chiamata universale alla santità, attraverso l’Esortazione apostolica Gaudete et exsultate di Papa Francesco. Nel capitolo conclusivo egli ci ricorda che «il nostro cammino verso la santità è una lotta costante. Per il combattimento abbiamo le potenti armi che il Signore ci dà: [anzitutto] la fede che si esprime nella preghiera …» (GE, 162).

In questo atteggiamento vissuto da Maria, incontriamo un segreto per essere veri discepoli del Suo Figlio: Maria ci insegna ad essere attenti a ciò che viviamo, a conservare nel cuore le esperienze della vita, per lasciare a Dio la libertà di riempirle di senso aiutandoci a vedere in esse la Sua presenza che ci forma e ci trasforma. Niente di ciò che viviamo è senza senso. In ogni esperienza possiamo imparare a conoscere l’agire di Dio che non ci abbandona mai.

Possiamo affermare, senza dubbio, che san Massimiliano ha vissuto questo stesso atteggiamento di Maria e perfino imparando da lei il miglior modo di seguire Gesù, che non esclude affatto, come lui stesso dimostra, le difficoltà e nemmeno i sacrifici: “Ella ci insegnerà come – giorno dopo giorno, ora dopo ora, istante dopo istante, nel fedel e adempimento dei nostri doveri ordinari e nell’impegno di conformarci alla Volontà di Dio, manifestare il nostro amore verso il Cuore Divino: un amore generoso, mediante il compimento della Sua Volontà, nonostante le difficoltà, i sacrifici e le croci” (SK 1233).

Maria, era per padre Kolbe, maestra di vita spirituale e come suggerisce Papa Paolo VI qualche anno più tardi, “guardando a Lei ha potuto fare della propria vita un culto a Dio, e del suo culto un impegno di vita” (MC 21).

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APRILE 2020

«Tra i santi ve ne sono di quelli che, per un tratto più o meno lungo di tempo, hanno abusato dei doni di Dio e sono stati sordi alla silenziosa chiamata della grazia. Alcuni di essi, troppo legati alle occupazioni e ai divertimenti, anche se non peccaminosi, dimenticarono il loro sublime destino: come il serafico s. Francesco, beniamino della gioventù ricca di Assisi. Altri, poi, dopo esser caduti in basso e di essersi avvoltolati nel fango del vizio, si erano ormai allontanati totalmente da Dio, come s. Maria Maddalena, s. Margherita da Cortona. Altri, infine, non conoscevano neppure la vera via assegnata ad essi, come l’apostolo s. Paolo, il quale confessò apertamente di aver perseguitato, per ignoranza, la Chiesa di Dio (cfr. 1 Tim 1, 13).

E vediamo ora come Dio li inseguiva con la sua grazia, come bussava alla porta dei loro cuori nelle circostanze favorevoli, come mostrava in modo sempre più chiaro la strada della loro missione: allorché cominciarono a collaborare con i doni di Dio, divennero santi. E così, s. Francesco sente una voce che lo chiama ad andare a combattere, ma quando, per obbedire, sta per preparare il cavallo e l’armatura, Dio gli chiarisce che dovrà mettersi a capo di un esercito spirituale e, insieme con esso, combattere contro le potenze dell’inferno: ed ecco che inizia un’altra vita. S. Margherita da Cortona osserva il proprio amante, ormai… fetido cadavere, e, sotto l’impressione di tale vista, abbandona la vita peccaminosa e si converte. E s.Paolo, allorché, fremente d’ira, si sta avvicinando alle porte di Damasco per incarcerare i cristiani, scaraventato a terra, da ostinato nemico diventa ardente apostolo della dottrina di Cristo. E tutti questi santi, dopo la loro conversione non conoscono più né misura né limiti nel servizio di Dio: non si accontentano più di rispettare una rettitudine mediocre; con un’ascensione verso le più alte vette della perfezione cristiana, essi si sforzano di riscattare il tempo e le grazie dissipati in precedenza.

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SETTEMBRE 2019

 Il mese di settembre è il mese della ripresa, è il mese per rilanciare la propria missione: “essere sale della terra e luce del mondo, non una luce qualsiasi ma il riflesso della luce di Gesù”. La scheda illustra la testimonianza dell’anziano Simeone che è stato a disposizione di Dio perchè la sua vita era alimentata dalla speranza.

Gesù è la luce per tutti i popoli. I militi, incontrando questa luce, devono essere testimoni credibili, come la Vergine Maria. Al milite e al gruppo M.I. P. Kolbe ricorda che la Milizia dell’Immacolata è profondamente missionaria. “Il mio sguardo – egli scrive – è continuamente attratto da nuovi orizzonti”.

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AGOSTO 2019

La scheda di agosto, ricordando la morte eroica di san Massimiliano Kolbe, illustra anche la difficile situazione di tante Chiese perseguitate. Il Papa stesso ce lo ricorda con queste parole: “Le persecuzioni non sono una realtà del passato, perchè anche oggi le soffriamo, sia in maniera cruenta, come tanti martiri contemporanei, sia in modo più sottile, attraverso calunnie e falsità” (GE 94). Oggi il milite ricorre a Maria per superare le calunnie che cercano di causare divisione e sofferenza nella Chiesa, nella società e nel gruppo.

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LUGLIO 2019

La scheda del mese di giugno offre un approfondimento sulla missionarietà della Milizia dell’Immacolata. “L’odio divide – scrive san Massimiliano Kolbe – separa e distrugge, mentre al contrario l’amore unisce, dà pace ed edifica”(SK 1205). Con queste parole P. Kolbe descrive la missione del milite come una missione d’amore e di maternità. E’ la stessa missione della Chiesa: generare tutti gli uomini alla vita di Dio.

“Andate dunque – afferma Gesù nel suo mandato missionario ai discepoli – e ammaestrate tutte le nazioni”(Mt 28,19). La missione nelle parole di Gesù si mostra come cammino naturale del discepolo fedele. Si può anche affermare che in un certo senso è il costituirsi della Chiesa: comunità di discepoli e missionari del Cristo Risorto.

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GIUGNO 2019

La scheda del mese di giugno offre un approfondimento sulla missionarietà della Milizia dell’Immacolata. “L’odio divide – scrive san Massimiliano Kolbe – separa e distrugge, mentre al contrario l’amore unisce, dà pace ed edifica”(SK 1205). Con queste parole P. Kolbe descrive la missione del milite come una missione d’amore e di maternità. E’ la stessa missione della Chiesa: generare tutti gli uomini alla vita di Dio.

“Andate dunque – afferma Gesù nel suo mandato missionario ai discepoli – e ammaestrate tutte le nazioni”(Mt 28,19). La missione nelle parole di Gesù si mostra come cammino naturale del discepolo fedele. Si può anche affermare che in un certo senso è il costituirsi della Chiesa: comunità di discepoli e missionari del Cristo Risorto.

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MAGGIO 2019

Il milite nella scheda di maggio è invitato ad approfondire l’adesione di Maria al progetto del Padre per la redenzione di tutta l’umanità. La risposta della Vergine esprime una disponibilità e una donazione totali di se stessa all’invito di Dio. Anche il milite offre tutto se stesso all’Immacolata per la conquista di tutti i cuori a Cristo salvatore.

San Massimiliano Kolbe vedeva nella consacrazione-affidamento all’Immacolata un sostegno per una donazione totale a Dio. Lasciarsi guidare dall’Immacolata, affidarsi a Lei senza alcuna limitazione e rivolgersi a Lei, come un bambino alla mamma. “Anche tu – scrive Papa Francesco – hai bisogno di concepire la totalità della tua vita come una missione”(Ge 23).
Prova a farlo approfondendo il “sì” di Maria e ascoltando Dio nella preghiera.

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APRILE 2019

La Chiesa, oggi più che mai, deve testimoniare la novità della Pasqua del Signore. Anche la Milizia dell’Immacolata è impegnata in questa testimonianza.

San Massimiliano Kolbe ha fatto di tutta la sua vita un dono pasquale, sia quando pregava, sia quando scriveva un articolo; sia quando era presso una rotativa per stampare una rivista, sia quando era nel campo di concentramento. Ad Auschzit, come si può leggere nella scheda, “lui, come Cristo, si è svuotato di se stesso, ha dato la vita per un’altra persona e ha dato vita anche a coloro, che erano lì vicino a lui. Lui aveva con sè i canti primaverili del convento e ha saputo sussurarli nel bunker per essere segno eloquente della risurrezione di Gesù dando speranza ai condannati”.

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MARZO 2019

Alle volte può sembrare che nel Vangelo di Matteo sia esaltata la figura di Pietro. Ma, in verità, il Vangelo presenta la solidità della fede di una persona che ha incontrato in Gesù “il messia, il Figlio del Dio vivo” (Mt 18,16). Pietro non rappresenta un uomo che ha ricevuto dei poteri e chiavi d’oro dalle mani di Gesù. Ma è un pescatore che ha ricevuto una missione ed è diventato “pescatore di uomini”, e, per la sua fede, ha ricevuto anche il segno delle chiavi che rivelano il legame con il Regno di Dio. La fede di Pietro non è ripetizione di formule, ma una rivelazione della sua esperienza con Gesù. Pietro non credeva solamente che Gesù è anche Dio, ma vedeva tutta la missione realizzata da Gesù riconoscendolo come il figlio inviato.

San Massimiliano Kolbe, figlio della sua epoca, nutriva un grande amore verso il Papa e lo difendeva contro i diversi attacchi che soffriva. Lo spartiacque della sua azione è stato quello di fondare la Milizia dell’Immacolata dopo aver visto gli attacchi contro il Papa, nella piazza di San Pietro, nel 1917. In quel periodo, c’erano molte pubblicazioni contro la Chiesa distribuite nelle stazioni dei treni e diffuse nelle università. Per combattere questi oppositori della Chiesa, Padre Kolbe si è impegnato con pubblicazioni capaci di entrare soprattutto in questi ambienti e nelle famiglie.

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FEBBRAIO 2019

Nel 1917 fra Massimiliano annotava in un semplice foglietto le finalità che ogni milite doveva fare proprie: “la totale offerta di se stesso all’Immacolata, con uno spirito di fattiva e docile collaborazione per la salvezza di quante più persone possibile, specialmente quelle che si sono allontanate dalla fede e che la combattono.

L’intenzione del mese di febbraio sottolinea la necessità di una preghiera incessante a sostegno dell’attività dei missionari. La scheda si conclude con una bella immagine di mani che si intrecciano. “Le mani che si aprono verso gli altri nella missione si uniscono alle mani che si elevano in preghiera nel cuore di Dio, il Signore della messe, il Padre nostro”.

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GENNAIO 2019

Essere portatori con Maria di pace e di speranza. Quale stupensa missione per il milite! Con la scheda di gennaio vogliamo scambiarci l’augurio di superare con l’Immacolata tutte le sfide della vita, diventando portatori di buone notizie.  “Carissimi Figli, – scrive P.

Kolbe – come desidererei dirvi, ripetervi quanto è buona l’Immacolata, per poter allontanare per sempre dai vostri piccoli cuori la tristezza, l’abbattimento interiore e lo scoraggiamento” (SK 509). La Vergine Maria, se invocata con fiducia e costanza, è più che un rifugio per le persone che soffrono. Con amorevole protezione ella porta nei cuori turbati la luce e la speranza.

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DICEMBRE 2018

Nella scheda, a conclusione dell’anno, viene illustrata una verità che qualifica l’azione del milite: irradiare la maternità di Maria nel mondo attraverso la rivoluzione della tenerezza, di cui tanto ci parla Papa Francesco. In questa rivoluzione la Milizia dell’Immacolata deve essere spazio accogliente per gli uomini e le donne di ogni razza, credo, età e nazionalità, allo scopo di ricondurre tutto a Cristo.

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NOVEMBRE 2018

La scheda del mese di novembre parla di santità come vocazione umana.

Padre Kolbe, in particolare, non parla al plurale, quando pensa alla santità, ma al singolare, cioè esorta se stesso alla santità. “Devo essere santo, quanto più grande possibile” (SK 971). Evidentemente è ben consapevole della responsabilità personale per quanto riguarda l’adesione a Dio, di fronte al mondo e alla Chiesa. Essere santi perciò significa essere se stessi e realizzare con Maria Immacolata la propria missione nel quotidiano, costruendola nell’ottica dell’amore.

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OTTOBRE 2018

Nel mese di ottobre Padre Kolbe ci ricorda come la preghiera sia un mezzo sconosciuto, e, tuttavia, il più efficace per ristabilire la pace nelle anime, per dare ad esse la felicità, poichè serve per avvicinarle all’amore di Dio (Cf. SK 903).

Diceva San Massimiliano Kolbe, entrato nella storia del ‘900 convertendo l’odio con l’amore e con la carità: “la preghiera fa rinascere il mondo. La preghiera è la condizione indispensabile per la rigenerazione e la vita di ogni anima”.

Dunque la domanda è: come cambia la mia vita personale, la vita della mia comunità, la vita del nostro movimento, la vita del mondo, attraverso la preghiera? È una domanda da porsi. Altrimenti rischiamo che diventi o sia solo la parte “spirituale” della nostra esistenza, che però non incide sull’atteggiamento e di conseguenza sull’operato e quindi che, come tale, non abbia assolutamente senso.

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SETTEMBRE 2018

Perché, con la creatività di Kolbe, trasmettiamo ovunque la forza del Vangelo.

Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi vengono i miracoli, poi i doni di far guarigioni, i doni di assistenza, di governare, delle lingue. Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti operatori di miracoli? Tutti possiedono doni di far guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano? Aspirate ai carismi più grandi! E io vi mostrerò una via migliore di tutte. (1 Cor 12,28-31)

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AGOSTO 2018

Perché, sull’esempio di S. Massimiliano, regni in ogni cuore il desiderio di dare tutto per Cristo.
Un tale si avvicinò a Gesù e gli disse: «Maestro, che devo fare di buono per avere la vita eterna?» Gesù gli disse: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi ciò che hai e dàllo ai poveri, e avrai un tesoro nei cieli; poi, vieni e seguimi». Ma il giovane, udita questa parola, se ne andò rattristato, perché aveva molti beni. (Mt 19,16.21-22).

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LUGLIO 2018

Perché chi si ispira a S. Massimiliano “semini” ovunque l’amore creativo che egli ha donato.

Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei un bronzo risonante o un cembalo squillante. Se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza e avessi tutta la fede in modo da spostare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla. Se distribuissi tutti i miei beni per nutrire i poveri, se dessi il mio corpo per essere arso, e non avessi la carità, non mi gioverebbe a nulla. (1Cor. 13, 1-3)
Sembra scontato ricordarci oggi quello che intendeva san Massimiliano quando diceva che “solo l’amore crea”. Eppure sono proprio le parole più scontate ed usate, sulle quali alle volte vale la pensa soffermarci, per comprenderne il senso, quello nuovo, quello per l’oggi.

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GIUGNO 2018

Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno» (Mc 16,15-18).

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MAGGIO 2018

 La Vergine Maria, con il suo “eccomi”, cammina davanti a noi, dicedndoci cosa significa seguire il Signore e portare il Vangelo a tutti i popoli. Il milite nel seguire Gesù, ci ricorda San Massimiliano Kolbe, deve distinguersi per la sua totale donazione all’Immacolata e per un costante e continuo rinnegamento di se stesso (Cf. SK 962). Al Signore, in altre parole, non si chiede il sigillo a una propria programmazione, ma una spinta. Per questo il “sì” allo Spirito, come quello di Maria, potrebbe essere la risposta di ogni apostolo, chiamato dal Signore, per la realizzazione del suo Regno.

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APRILE 2018

L’intenzione di preghiera del mese di aprile sottolinea come l’evangelizzazione trovi nella comunione il suo centro e la sua forza. Con l’esempio e la parola Padre Kolbe invita tutti i militi a sperimentare  nelle iniziative apostoliche  la forza della comunione fraterna. Perciò non c’è spirito missionario se non c’è vera comunione.

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MARZO 2018

La milizia dell’Immacolata, nella scheda di marzo, viene descritta come una famiglia, dove regnano amore e gioia. Un amore, che domanda impegno e sacrificio totali e una gioia, che è autentica, quando diventa luce contagiosa, che sgorga da un cuoire puro e rinnovato dallo Spirito.

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FEBBRAIO 2018

La scheda di febbraio presenta la sfida dell’evangelizzazione,come è stata vissuta da san Massimiliano Kolbe: donando cioè la propria vita con amore (“Solo l’amore crea!”) e come viene riproposta da Papa Francesco nell’Evangelii Gaudium (“Evangelizzatori con Spirito!”).

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GENNAIO 2018

Con questa scheda comprendiamo quanto le dimensioni di fraternità e di unità appartengano all’essenza della Milizia dell’Immacolata. San Massimiliano volle che la M.I. fosse una visione  globale di vita cattolica e una testimonianza credibile d’amore e di condivisione.

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DICEMBRE 2017

Ascolto, obbedienza, affidamento: sono le perle preziose di un progetto più ampio che san Massimiliano consegna a tutti noi. Ogni milite attraverso la propria donazione totale e incondizionata all’Immacolata è chiamato a sperimentare la gioia dell’adesione profonda al progetto di Dio.

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NOVEMBRE 2017

Per coloro che vi aderiscono pienamente, la M.I. diventa una scuola di santità. Santo non è colui che opera cose straordinarie, ma colui che si affida totalmente all’Altissimo. In P. Kolbe si può evidenziare un vivo desiderio,  secondo la spiritualità francescana, di conformarsi in Cristo.

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OTTOBRE 2017

 La M.I. si caratterizza per un forte dinamismo missionario: conquistare tutti gli uomini all’amore di Dio. L’Immacolata per san Massimiliano Kolbe è il punto di riferimento della sua missione. Egli diceva spesso: “Lasciamoci condurre dall’Immacolata”.

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